La vicenda dell’impianto di smaltimento dei rifiuti speciali e non di San Sago posta nel territorio di Tortora ha caratterizzato la battaglia ambientalista degli ultimi dieci anni. Manifestazioni, conferenze, consigli comunali, marce, hanno coinvolto cittadini e le associazioni in difesa del fiume Noce e della costa calabro-lucana.
Purtroppo, nei giorni scorsi il Ministero ha dato il via libera al riavvio dell’impianto creando grande sconcerto tra le popolazioni. Associazioni e comitati sono già al lavoro per studiare una strategia che possa scongiurare una riapertura che appare inevitabile.
L’amara con stazione è che sulla vicenda la politica si girata dall’altra parte, facendo diventare San Sago una ‘pratica’ come tutte le altre. La burocrazia ha vinto: le carte saranno anche a posto, ma il territorio riceve con questa decisione, un colpo mortale. Si potrà ancora fare turismo, si potrà godere di un territorio dove insiste un impianto del genere? Un’area industriale sarebbe stato il sito ideale per un impianto che è certamente utile ma che non può impattare su un territorio vocato a ben altri insediamenti. La politica locale ha capito bene tutto ciò, non si può dire la stessa cosa dei livelli decisionali superiori.