E’ ancora molto forte l’eco dell’acceso confronto svoltosi nei giorni scorsi a Lagonegro sul tema della Sanità. La capogruppo consiliare di Minoranza Concetta Iannibelli critica le prese di posizioni del primo cittadino Salvatore Falabella. Ecco di seguito quanto ha dichiarato.
“Ma può un Sindaco, uomo d’Istituzione, parlare del suo ospedale nel modo come ha fatto Falabella nella prima parte del suo post social e dei comunicati stampa!?
Può un uomo delle istituzioni parlare dell’ospedale della sua Città come ospedale da “terzo mondo” e buttare così tanto veleno sull’ospedale della vicina Sapri ?
Ma chi è lui per offendere un altro presidio, ma fa lotte di campanile per aumentare la povertà?
Ma ha deciso di accelerare in un colpo solo la chiusura del presidio ospedaliero di Lagonegro, buttando a mare anche ciò che di buono ha l’ospedale ?!
Ma secondo lui le 600 (circa) partorienti del reparto di ginecologia ed ostetricia sono 600 pazze lucane, campane e calabresi che hanno deciso di far nascere i loro 600 figli o di più nell’Ospedale di Lagonegro ?!
Ma per lui, gli infermieri, i medici e tutto il personale ospedaliero che ogni giorno lotta per dare buone prestazioni ad una vasta utenza proveniente anche da altre Regioni, non valgono nulla?
Ma veramente crede che questo è il modo per salvare, salvaguardare e migliorare infrastrutture e servizi ?!
Per me sta confondendo una lotta grillina della prima ora con l’amministrazione responsabile ed equilibrata di un paese!
E si è visto con le proposte fatte che, ora, per riparare il buco, chiama provocazioni!
È vero che il fine giustifica i mezzi ma in questo caso cosa ha pensato il Sindaco? Forse che un ospedale è composto solo da camere da letto e cucina?
Se quella era una provocazione e non lo era, quale proposta seria, invece, ha posto nelle mani dell’Assessore Fanelli per impegnarlo oggi e nel prossimo futuro?!
NULLA!
Siamo amareggiati e fortemente preoccupati per il futuro del paese, in mano, ed è oggettivo, dispiace dirlo, a dilettanti allo sbaraglio !
Unica soluzione : Dimissioni !”