Il confronto sulla sanità ha offerto ai cittadini lagonegresi intervenuti, come potrebbe svilupparsi un corretto confronto tra i partiti locali con i loro leader. A scanso di equivoci va detto che ogni partecipante non ha fatto sconti al suo dirimpettaio: Paolo Laguardia si è detto sconcertato su alcuni atteggiamenti aggressivi mostrata sui social; Concetta Iannibelli, che ha presentato la relazione centrale, ha evidenziato la propria delusione per il poco impegno che ci sarebbe stato sull’ospedale da parte del governo cittadino in questo primo anno; Maria Di Lascio, dichiarandosi disponibile al dialogo, ha sottolineato la la latitanza dei sindaci nella valle quando l’ospedale fu reso, negli anni scorsi, ancora più fragile; Salvatore Falabella ha parlato delle macerie del passato ed ha rilanciato una nuova fase di impegno; Emidio Franchino ha fatto proposte concrete ribadendo (come tutti gli intervenuti) che la difesa della salute non ha colore politico.
C’è stato insomma un dibattito vero, ma senza mai scadere nelle offese. E’ questo quello che Lagonegro meriterebbe ogni giorno.
Fa riflettere infine un elemento: tempo fa ogni paese si arroccava; oggi non c’è stato un sindaco (in sala) che non abbia espresso il proprio impegno convinto per l’ospedale lagonegrese che ha sede a Lagonegro. I passi avanti dunque ci sono stati, la strada dell’unità territoriale è l’unico percorso vincente.