Le vicende storiche e politiche della Democrazia Cristiana a Francavilla in Sinni consentono di affermare che nel lungo periodo intercorrente tra il 1946 ed il 1992, data del suo scioglimento, la Democrazia Cristiana ha rappresentato un ineludibile riferimento per l’elettorato ed ha consumato, sia pure con un ventennio di alternanza con la sinistra, una meravigliosa vicenda, che ha dato significativo impulso alla crescita sociale, economica e culturale della comunità, facendone un punto di centralità politica non solo nella Valle del Sinni, ma dell’intero lagonegrese.
Bisogna sottolineare che Francavilla in Sinni fu l’unico comune del circondario che, nel Referendum Costituzionale del 2.6.1946, votò in maggioranza per la Repubblica ed a questa scelta non fu estraneo l’impegno di gran parte degli elettori della Democrazia Cristiana, che, insieme alle forze della sinistra, determinarono la vittoria della scelta della Repubblica contro la Monarchia, contribuendo a creare un nucleo di aderenti al partito, che, nel corso degli anni seguenti, divenne la classe dirigente della comunità.
Tale nucleo faceva capo alle famiglie Console, Perrone,Di Nubila, Viceconte, supportati dall’Arciprete Don Carmelo Fiordalisi.
Alle elezioni amministrative del 1946, la lista dello Scudo Crociato, capeggiata dal Comm. Giuseppe Nicola Viceconte, ottenne un rilevante successo sulla lista di sinistra capeggiata dal giovane prof. Socialista Albino Vitola.
Tale risultato fu confermato nelle prime elezioni politiche del 18 aprile 1948, in cui la Democrazia Cristiana alla Camera ottenne 979 voti contro i 533 del fronte popolare, al Senato il candidato DC De Biase riportò 772 voti contro i 450 del candidato della lista Garibaldi in stella.
Nasceva così il primo vero nucleo elettorale della Democrazia Cristiana, che, nel tempo, mantenne sempre vivo i valori del partito, ormai radicato nelle coscienze popolari, alimentando una partecipazione ed una vicinanza politica che durerà fino allo scioglimento del partito.
Nell’anno 1950 il Sindaco Giuseppe Nicola Viceconte morì ed il Consiglio Comunale elesse Sindaco il geom. Salvatore Console, che resse le sorti del comune fino al 1952.
Nelle elezioni amministrative del 1952, si presentarono due liste, la n. 1 con l’effige di Gribaldi in stella costituita da PCI e PSI e la n. 2 costituita dalla Democrazia Cristiana e dal Sole nascente.
La lista n. 1 capeggiata da Luigi Ciminelli, un ex dipendente comunale, che si era sempre reso disponibile con la cittadinanza e di ottime virtù morali, sconfisse la lista n. 2 capeggiata dal Dr. Luigi Ferrara, medico di grandi virtù professionali ed umane,padre del’avv. Mario Ferrara.
Fu un successo numericamente importante, ma l’Amministrazione guidata dal Sindaco Luigi Ciminelli non durò a lungo, travolta dalla defezione di alcuni consiglieri, che costrinsero il Sindaco a dimettersi.
Con le elezioni amministrative del 27.6.1954, la Democrazia Cristiana, con una lista capeggiata dall’Avv. Mario Ferrara, travolse la lista di sx capeggiata dall’ins. Giuseppe Pangaro.
Quella fu la prima Amministrazione Comunale a programmare sul territorio comunale, realizzando importanti strutture comunali, tra cui le ex Case popolari, la Scuola Elementare, le prime opere di civiltà nelle campagne, alcune scuole nelle aree rurali.
Il partito della Democrazia Cristiana si confermava primo partito alle elezioni politiche del 1953, sia alla Camera, riportando 715 voti contro i 564 del PCI ed i 307 voti del nascente Socialismo, che al Senato, dove riportò 698 voti contro i 555 del PCI.
Il successo politico della DC si consolidava alle elezioni del 25.5.1958 con 923 voti contro i 792 del PCI alla Camera, e 829 voti per Picardi contro i 627 di Cerabona al Senato.
Frattanto alle elezioni amministrative del 9.11.1958, l’avv. Mario Ferrara con la lista DC bissava il successo contro la lista del PCI capeggiata da un artigiano locale Policarpo Abitante, con un margine questa volta ancora maggiore.
Anche in questa seconda legislatura, l’Amministrazione Democristiana si caratterizzò per vitalità ed iniziative, tra cui la richiesta della realizzazione della Caserma Forestale e la richiesta di istituzione della Scuola Media, nonché la realizzazione dell’Edificio Scolastico delle Scuole Elementari e la realizzazione della Villa Comunale, con lo spazio della località Pianura recuperato dopo la realizzazione della scuola.
L’avv. Ferrara fu eletto consigliere provinciale il 10.11.1960 e successivamente Assessore provinciale, per cui dovette dimettersi da Sindaco.
In data 26.11.1960 gli subentrò nella carica di Sindaco l’ins. Carlo Vitola, che resse il Comune fino alle nuove elezioni con equilibrio e ampia disponibilità verso la cittadinanza.
Anche durante questo scorcio di legislatura la Democrazia Cristiana continuò la sua azione di elaborazioni progettuali e nel 1961 approvò il Programma di Fabbricazione ed il Progetto per la realizzazione del Mattatoio pubblico.
Come spesso è avvenuto storicamente, tuttavia, allorquando si sono determinati situazioni di monopolio elettorale, anche in quegli anni la lotta interna al partito destabilizzò la sua unità e determinò di fatto scissioni e divisioni, che portarono alla segreteria del partito il prof. Biagio Mele emarginando Alberto Viceconte, già Segretario del partito e componente della Direzione Provinciale del partito,che si era candidato anch’egli alla Segreteria del partito, perdendo nello scontro con il Mele.
E fu proprio Alberto Viceconte, che, cooptato dalla sx, capeggiò nel 1962 la lista civica “Aratro e Croce” a maggioranza comunista e socialista contro la lista DC capeggiata dall’avv. Pierluigi Ferrara, figlio dell’ex Sindaco Mario Ferrara.
La lista Aratro e Croce vinse le elezioni ed Alberto Viceconte fu eletto Sindaco ed iniziò una lunga gestione amministrativa, che avrà termine nel 1981.
L’adesione del Sindaco Viceconte, proveniente dalla DC, al PCI fu atto consequenziale e portò ad un sovvertimento delle forze politiche, per cui il PCI nel 1963, alle elezioni politiche, alla Camera riportò 901 voti contro i 680 della DC, mentre al Senato Grezzi del PCI con 737 voti superò PIcardi della DC che si fermò a616 voti.
Alle provinciali del 1964 il PCI riportò 1079 voti contro i 677 della Democrazia Cristiana.
La popolarità del Sindaco Alberto Viceconte si consolidò nel primo quadriennio, per la capacità di rapportarsi al popolo ed il rafforzamento del suo entourage elettorale costituito non solo dai partiti, ma anche da una buona fetta di elettori di centro legati alla sua persona che alle amministrative votavano la lista civica. Non mancarono iniziative di sviluppo della comunità,
di alcune infrastrutture e di miglioramento nelle aree rurali, rafforzate dall’espandersi di un marcato fenomeno dello spontaneismo urbanistico.
Alle elezioni amministrative del 1966 Viceconte con la lista Aratro e Croce si scontrò con la lista DC capeggiata dall’Avv. Mario Ferrara, già Sindaco ed Assessore Provinciale, riportando una larga vittoria, per oltre 300 voti, e rafforzando la sua leaderschip nel PCI, cui aveva aderito formalmente.
Alle elezioni politiche del 1968 il PCI, alla Camera con 894 voti, riportò una buona affermazione contro i 744 della DC, mentre al Senato Savino del PCI con 805 voti sopravanzò Picardi con 619 voti.
Frattanto nella Democrazia Cristiana, caduto Mario Ferrara, iniziava l’epoca di Mario Di Nubila Segretario, che con lunga e paziente opera, sostenuto da un nuovo gruppo dirigente, denominato il gruppo dei quarantenni, tra i quali annoveriamo Antonio Ciancia, Mario Mele, Carlo Vitola e Mimì De Paola, iniziò una vera e propria opera di ricostruzione del Partito.
Alle elezioni provinciali del 1970 , lo stesso Di Nubila fronteggiò Viceconte, entrambi candidati e, benché Viceconte a Francavilla riportò 857 voti e Di Nubila 675, quest’ultimo nel Collegio Provinciale di Francavilla ebbe una bella affermazione e fu eletto consigliere provinciale, iniziando una significativa crescita politica, che lo portò a ricoprire prima l’ incarico di assessore provinciale, poi di Presidente della Provincia , poi consigliere Regionale, Presidente del Consiglio Regionale e infine Senatore della Repubblica.
Il lavoro di Di Nubila che era rimasto anche Segretario del Partito e del nuovo gruppo dirigente, costituito soprattutto da giovani, portò nel 1972 ad un ottimo risultato alle politiche di maggio con la DC attestata alla Camera a 915 voti ed il PCI a 833, mentre al Senato Picardi riportò 822 voti contro i 771 di Cappelli.
Alle elezioni comunali di novembre 1972 il nuovo gruppo dirigente si presentava motivato e garante di una nuova visione programmatica, ma l’elettorato premiò di nuovo Alberto Viceconte e le sinistre, cui era opposta una lista DC con capolista lo stesso Mario Di Nubila, con una vittoria significativa.
L’opera della DC continuava, tuttavia a penetrare nella consapevolezza e nelle coscienze della popolazione. Nel 1975, alle regionali, il PCI, nel quale era candidato Viceconte riportò 1162 voti contro i 756 della DC, mentre alla provincia, in cui era candidato Di Nubila, la DC riportò 1154 voti contro i 685 del PCI. Alle elezioni politiche del 1976 alla Camera il PCI (in cui era candidato il locale Giuseppe Fortunato, poi eletto deputato) riportò 1045 voti contro i 997 della DC, al Senato Grezzi riportò 887 voti contro 801 riportati da Picardi.
Alla fine del 1977 finiva la lunga gestione di Segretario del Partito di Mario Di Nubila ed iniziava quella di Antonio Amatucci, già consigliere comunale dal 1972 ed ex delegato giovanile del Partito. Alle elezioni amministrative del 1978, la DC capeggiata dal giovane imprenditore Carmelo Pangaro si contrappose di nuovo alla lista di Aratro e Croce capeggiata da Alberto Viceconte
e, nonostante una campagna elettorale densa di contenuti e prospettive, la lista di Aratro e Croce vinse per la quarta volta, ma il divario tra le forze in campo si accorciò notevolmente.
I voti che separarono le due liste furono circa 140; il lungo impegno negli anni della nuova classe dirigente cominciava a fare breccia. Lo stesso Pangaro scelto come capolista rappresentava in quella fase storica la scelta più coerente e la prospettiva più affidabile per capacità e per tutto ciò che aveva realizzato nel campo dell’imprenditoria locale.
Il gruppo di minoranza costituito dallo stesso Pangaro, Antonio Amatucci, Giuseppe Costanza e Franco Fanelli iniziò un lavoro certosino fatto di impegni nel sociale e di presenza istituzionale, che nel tempo avrebbe dato i suoi risultati. Alle elezioni amministrative regionali dell’80 la DC riprendeva il primato con 989 voti contro i 974 del PCI e i 156 del PSI e Di Nubila fu eletto Consigliere Regionale, mentre alla provincia il candidato locale Nicola Ciminelli del PCI, persona di animo nobile e di grande disponibilità, riportò un personale successo contro il candidato DC D’Albo che, tuttavia; risultò eletto al Consiglio provinciale. Nel 1981 Alberto Viceconte si dimetteva da Sindaco per assumere la carica di Presidente della Sezione di Controllo di Lagonegro al suo posto veniva eletto Sindaco l’avv. Luigi Viceconte, non senza un lungo contenzioso interno con i socialisti, che rivendicavano la elezione di un loro rappresentante.
Il 26 giugno del 1983, si svolsero le elezioni amministrative e la Dc dopo 21 anni di opposizione, molto lavoro nella realtà sociale e nelle istituzioni, si presentò agli elettori con una lista rinnovata, cui aderì anche il dr. Giovanni Viceconte, ed un programma credibile. La lista Dc capeggiata dal Segretario Amatucci con circa 1570 voti, colse un grande successo con quasi 550 voti in più rispetto alla lista Aratro e Croce, capeggiata dal Sindaco uscente avv. Luigi Viceconte che aveva traghettato il comune dal 1981 al 1983.
Nella seduta del 23 luglio del 1983 il Consiglio Comunale elesse Sindaco Antonio Amatucci. Nell’elezione del 26 giugno ’83, si svolsero anche le elezioni politiche e la Dc riportò il più grande successo politico della sua storia locale, riportando alla Camera 1260 voti contro i 908 del PCI e i 194 del PSI) ed al Senato con Bernassola 1049 voti contro i 789 voti riportati dal comunista Calcagno.
Antonio Amatucci bissò il successo nel 1988 contro Alberto Viceconte, il già Sindaco vincitore di 4 elezioni,che inutilmente ritentò la conquista del comune capeggiando la lista Aratro e Croce, in cui confluirono PCI, PSI e tutte le forze di sinistra.
Il decennio dell’Amministrazione democristiana guidata da Antonio Amatucci fu un periodo che si caratterizzò per programmazione, realizzazione di opere pubbliche (oltre 130 OO.PP), l’approvazione del PRG, la Riduzione dell’Area Cimiteriale, la ricostruzione del Municipio, i primi interventi di recupero storico -ambientale del centro storico e delle Chiesette di rione, il rifacimento della Villa comunale, il riequilibrio all’interno del territorio tra le zone rurali e il centro abitato, la gestione della L. 219, il Condono Edilizio, la ripresa dell’edificazione, la Ricerca storica sulle origini di Francavilla, il Recupero della Turra, il Palazzetto dello Sport, l’adeguamento strutturale dell’Edificio Scolastico, le prime lottizzazioni urbanistiche , il Piano di Recupero di Via Viceconte e Ferrara, la metanizzazione del Centro Urbano, le prime illuminazioni pubbliche in Zona rurale,ed altre iniziative sociali e culturali, tra cui l’assistenza agli anziani ed agli handicappati, anticipando politiche di welfare che la Regione Basilicata organizzò successivamente con la legislazione regionale. L’Amministrazione avviò una serie di incontri e convegni culturali che resero il comune di Francavilla centrale nelle politiche di sviluppo dell’area del Senisese e del Lagonegrese. Alle elezioni regionali del 1985, la DC ebbe un lusinghiero successo con 1222 contro gli 818 del PCI. Frattanto ad Antonio Amatucci subentrò nella segreteria del Partito fino al 1987 Francesco Fanelli (poi Sindaco dell’ULIVO dal 1997 al 2001) e dal 1987 al 1992, data di scioglimento della Dc, Francesco Cupparo, poi Sindaco dal 2011 al 2019.
La scomparsa della DC determinò una diaspora che portò le amministrazioni comunali successive al 1993 a riconoscersi in liste civiche mai più richiamantesi a simboli di partito, anche se i sindaci che si sono alternati dopo il 1993, Vincenzo Amatucci, Franco Fanelli, Franco Cupparo erano di estrazione e formazione democristiana ed il solo Felice Marziale con l’ULIVO (2006-2011 si richiamava ai DS).
La lunga e meravigliosa avventura della Dc terminava nel 1992, ma la scuola di formazione umana e politica che ha rappresentato, si perpetuava attraverso i sindaci che si sono avvicendati nel tempo, perché quel partito fu una vera fucina, in cui si formarono cittadini responsabili dediti al bene comune ed alla crescita sociale ed economica della comunità di Francavilla in Sinni.La storia,quindi,di Francavilla e’ veramente unica ed irripetibile e voglio ringraziare Antonio Amatucci,il Sen Mario Di Nubila, Vincenzo De Paola,Giuseppe Di Giacomo e Vincenzo Viceconte fu Alberto innamorati del loro comune hanno fornito gli spunti per la sua ricostruzione.
Giuseppe Molinari