Gerardo Melchionda e il matrimonio a Nemoli del 1734: storia vera o favola?

Il 5 agosto 2024 alle ore 21,00 a Nemoli, nella Piazzetta D. Lentini, ho assistito a uno spettacolo : la rievocazione storica del pranzo nuziale che si è consumato in occasione del matrimonio tra Serafina Barone di Rivello e Angelo Filizzola di Nemoli, avvenuto nel lontano 1734 e che ha apparentato due famiglie benestanti della Valle del Noce.

L’intento degli organizzatori – l’Associazione “Nemus Olim Palazzo Filizzola” e l’Amministrazione Comunale di Nemoli – era ed è quello di valorizzare il Palazzo Filizzola di Nemoli, dove viveva la famiglia che ha dato il nome al palazzo, oggi di proprietà del Comune e destinato a musei vari. In passato l’immobile era detto comunemente la “casa dei signori”. Fu realizzato in più riprese dalla famiglia Filizzola, inizialmente proprietari terrieri e, successivamente, imparentati con alcune famiglie importanti della zona.

La manifestazione del 5 agosto è tratta dal romanzo, già noto al pubblico locale, della Dott.ssa Celeste Pansardi, “La pergola di lillà”. L’autrice del romanzo, discendente della Famiglia Filizzola di Nemoli, è anche la Presidente dell’Associazione Culturale “Nemus Olim Palazzo Filizzola ”, costituita a Nemoli qualche anno fa.

La rappresentazione teatrale sollecita gli spettatori a porre la propria attenzione sul pranzo consumato durante i festeggiamenti per il matrimonio e sui costumi indossati in quella occasione. Io intendo riferirmi prevalentemente al pranzo che fu proposto agli invitati in quel fatidico giorno del 1734. Gli organizzatori informano i presenti che niente è inventato e che tutto è suffragato da documenti ufficiali. Curioso, ho cercato di capire a quali documenti si riferissero. Durante lo spettacolo più volte mi sono sorpreso e sono affiorati dei dubbi che ho il dovere di esporre!

Ho appreso che il pranzo, ricco e sontuoso, consumato durante il banchetto nuziale, era stato suggerito da Vincenzo Corrado, autore del libro“Il cuoco galante”. La Dott.ssa Pansardi ci ha tenuto ad esprimere un suo giudizio sul libro, dicendo, tra l’altro, che<< Il cuoco galante è tra i più interessanti libri del Settecento>>. Sentendo questo giudizio, mi sono rammaricato con il mio insegnante di letteratura italiana delle scuole superiori che, a suo tempo, presentando alla classe la cultura letteraria del Settecento, ci aveva parlato delle opere di Goldoni, di Foscolo, di Parini, ecc. e non aveva speso una parola per “il più interessante libro” del XVIII secolo.

L’altra sorpresa la vivo quando sento ricordare, sempre dalla Dott.sa Pansardi, che un giorno, mentre sfogliava “Il cuoco galante”, recuperato nell’archivio esistente nel Palazzo Filizzola, in un periodo in cui trascorreva le sue vacanze a Nemoli, aveva trovato tra le pagine del libro <<un foglietto scritto con righe tremolanti>> sul quale era annotato: <<ricette per il matrimonio di Serafina>>. La Dott.ssa Pansardi dice queste cose con enfasi ed emozione proprie di una ricercatrice che conclude la sua ricerca, con un “quello che vi stiamo proponendo è suffragato da documenti storici!”

Il cerchio si chiude: il foglietto e il libro di Corrado diventano documenti storici, quindi quel matrimonio è una pagina di storia, e su quella pagina si intende proporre la “nuova” storia di Nemoli. “Nuova storia” rinvigorita dalle parole della Dott.ssa Pansardi che, in seguito, afferma che il Palazzo Filizzola << tra il Settecento e l’Ottocento era il focus, era un centro straordinario di vita sociale, politica e culturale. Come faccio a dire questo? Dai documenti trovati in archivio, per esempio i modelli di abiti d’epoca oppure “Il cuoco galante”, uno tra i libri per me più interessanti del settecento … quindi tutto vero quello che sentirete >>. Così la “nuova” storia è riscritta!

Io non sono uno storico ma cerco di interessarmi a quello che è avvenuto e che avviene intorno a me, spesso confrontando i documenti, quando ci sono. E, proprio dai documenti, apprendo che Vincenzo Corrado è nato il 18 gennaio 1736, vale a dire due anni dopo il matrimonio di cui si è narrato il menu. Sempre dai documenti apprendo che l’interessante libro – in verità un ricettario – di Vincenzo Corrado, che avrebbe ispirato il menu consumato durante il pranzo nuziale, fu pubblicato in prima edizione nel 1773, cioè 39 anni dopo il matrimonio fra Angelo e Serafina.

Mi chiedo, allora, come possono aver contribuito il famoso Vincenzo Corrado e il suo interessante libro a guidare le scelte fatte durante il matrimonio di Serafina e di Angelo? Il libro arriva a Napoli nel 1773, dopo un secolo di predominio assoluto della cucina francese sulle tavole italiane. Vero è che il ricettario diede una nuova impronta alla gastronomia italiana ed ebbe il merito di interrompere la monotonia e la supremazia della cucina d’oltralpe e di introdurre sulle mense signorili alcuni elementi tipici italiani sia rivendicando alla cucina nazionale un ruolo di primo piano, perduto ormai da alcuni secoli sia rimaneggiando classiche preparazioni alla moda francese mediante il sapiente utilizzo di erbe e sapori. Il bravo Corrado diede il via a una cucina raffinata, leggera e profumata, proponendo anche l’uso di alcuni nuovi ingredienti, quali la patata e il pomodoro, fino ad allora poco o per nulla utilizzati, ma niente ha avuto a che fare con quelle nozze del 1734, soprattutto perché non era ancora nato.

Penso che gli organizzatori della manifestazione del 5 agosto a Nemoli siano incorsi in una clamorosa gaffe, paragonabile a quella del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, quando ha affermato, durante il suo intervento alla manifestazione “Taobuk 2024 – Identità italiana, identità culturale” a Taormina, che Cristoforo Colombo “non ipotizzava di scoprire un nuovo continente, ma voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei”.

A Nemoli si celebra un matrimonio nel 1734 seguendo un ricettario pubblicato nel 1773. L’errore storico è temporale, così come il navigatore genovese sbarcò nelle Americhe nel 1492, mentre il padre dell’astronomia moderna, nacque solo nel 1564, ben 72 anni dopo la storica impresa. Il matrimonio tra due famiglie benestanti di Nemoli e Rivello fu celebrato nel 1734 mentre il ricettario che avrebbe ispirato il menu fu pubblicato trentanove anni dopo. Quindi, così com’è impossibile che Colombo abbia basato la sua navigazione sulle teorie dello scienziato italiano anche il pranzo consumato durante il matrimonio tra Serafina Barone di Rivello e Angelo Filizzola di Nemoli non può essere stato suggerito da Vincenzo Corrado.

Ma io non sono uno storico e forse mi sfuggono tante cose.

So, però, che le favole fanno sempre bene ai bambini e agli adulti, ma chi le ascolta e chi le racconta devono essere coscienti che stanno vivendo e raccontando una favola. Quando le favole vengono usate per distrarre una comunità qualche problema esiste.

Per evitare di continuare ad essere ignorante vorrei, cortesemente, che qualcuno mi spiegasse l’arcano.

Gerardo Melchionda

Articoli correlati

Gerardo Melchionda: l’ignoranza e il potere

Stiamo vivendo una fase della vita dell’umanità dove vince chi urla, dove latita lo spirito critico, dove la competenza sembra aver un valore relativo. L’opinione pubblica sembra…

Gerardo Melchionda: “Siamo vicini a Andrea Joly, giornalista de La Stampa , vittima di una vile aggressione”

L’episodio di sabato scorso è un fatto gravissimo, un attacco inaccettabile alla libertà di stampa e alla democrazia che va condannato con la massima fermezza attraverso i…

I cinghiali, gli scoiattoli, gli istrici, le gazze, gli orsi, i lupi  e tanti altri animali stanno diventando nostri “nemici”

Ogni giorno c’è qualcuno che ci mostra una foto di cinghiali che arrivano nei centri storici dei nostri paesi; video di orsi o lupi che aggrediscono uomini…

Lauria: ripartono i focolarini di Chiara Lubich

A Lauria, nel nome dell’indimenticabile insegnante Gina Ielpo, dopo una lunga pausa, sono riprese le attività  dei Gen, il movimento cattolico fondato negli anni ’40 del secolo…

Gesù-cucù e le patatine come ostie consacrate sono il segno di un declino sconsolante

La libertà di espressione è sacrosanta, a volte però c’è una regola non scritta che è il buongusto. Vedere in tv la pubblicità delle patatine paragonate a…

In ricordo di Mimina, lettrice e tifosa dell’Eco

La notizia era nell’aria…Mimina purtroppo non c’è più. Il suo ultimo viaggio è stato dall’Ospedale di Lagonegro alla chiesa di San Giacomo in Lauria.   Donna forte, ironica…