Domenico Forestieri: lo sport tra gioie e battaglie

Dopo la gravissima perdita di Vito Sisinni, Lauria ed il territorio vivono un nuovo, terribile, dolore. I social non riescono a contenere l’onda emotiva scaturita dalla perdita di Domenico Forestieri, campione nello sport e nella vita, presidente del Club Atletico Lauria.

All’atletica ha donato tutta la sua esistenza. La sua persona ha anche offerto, come un martire, decenni di sofferenze crescenti. I problemi di salute lo hanno debilitato lentamente. Vederlo salire per la traversetta di via Ammiraglio Ruggiero era un colpo ogni volta. Lui si riposava e ripartiva, in continuazione. So come si fa.

Ha domato la malattia finchè ha potuto. Ha avuto al suo fianco una campionessa d’amore e d’umanità: sua moglie Anna Maria sua prima tifosa. Il loro capolavoro, Tiziano, viveva a metà: con il cuore a Lauria, con la mente nel luogo del suo lavoro.

Domenico ha gioito molto (ma guai a mostrarlo più di tanto), ma ha vissuto anche nelle incomprensioni, nella solitudine interiore che solo i leader possono sopportare.   La  storia terrena di Domenico (zazzà) si presta a diverse chiavi di lettura.

E’ stato certamente  un prete laico; il suo oratorio era la pista d’atletica, la chiesa gli spogliatoi,  i pellegrinaggi  le continue trasferte con la propria auto nelle strutture sportive di tutta Italia…sveglia alle 4 della mattina, pane e prosciutto come compagni di viaggio.  I suoi ‘santi di riferimento’ sono stati Mennea, Panetta, Sabia. I ‘beati’:  Nicola Mastroianni, Bernardo Chiarelli, Isa Manfredelli e tanti, tanti altri.

Non tutti sono stati dalla tua parte, non eri diplomatico, Kissinger con te avrebbe avuto problemi. ‘Fortunatamente’ la memoria collettiva  dell’oggi è simile a quella dei pesciolini rossi….meglio, così  con facilità si rimuovono i ricordi di mille tensioni e litigate; serate avvelenate al Comune nel corso di decenni di tambureggiante confronto.  Non è stato facile convincere tutti che l’atletica doveva avere lo stesso valore del calcio …che forse la collocazione del circo e delle giostre nella pista…non erano una scelta lungimirante. Come convincere le persone che forse un minimo di biglietto mensile andrebbe pagato per offrire servizi a quanti usufruiscono degli spazi?

La carenza di strutture a Lauria  è sempre stato e il tallone d’achille….dai tempi di Petraglia. Domenico pativa ma non si scoraggiava mai. Quante generazioni di giovani ha educato sotto il sole e sotto la pioggia. Era l’allenatore anche di quegli atleti che uscivano da scuola in orari impossibili. Lui era sempre disponibile… burbero ma sempre con il cronometro in mano.

A breve sarebbe stata riaperta la pista. Lui presidiava i lavori mentalmente e concretamente, avrebbe voluto essere l’ultimo dei manovali per di accelerare i lavori… è stata una persona pratica. Il tema che lo martoriava era la futura gestione; desiderava un certo ordine da dare nell’ utilizzo. Ora ci penseranno gli altri….nel suo nome e nel suo esempio.

La sofferenza, caro Domenico,  ti ha minato il corpo ma non la volontà. Sembravi di cartavelina. Mi ricordo delle parole bellissime verso Tiziana Alagia in una intervista per un gesto di generosità della campionessa lagonegrese. A microfono spento ci ricordammo il dirottamento ardito del container-spogliatoio, di quell’angolo buio della pista che a metà degli anni ’90 ti dava pensiero  ti agitava. Poi qualcosa cambiò…ma troppo lentamente. Il tuo lavoro non si è compiuto del tutto ma grazie a te ha ora una precisa direzione.

Da oggi fai parte dell’olimpo dei laurioti per aver dato tanto al paese che ti ricorderà come cittadino illustre. Per sempre. Se fosse in vita il maestro Mariano Lanziani sarebbe già al lavoro per il tuo ovale.

ml

 

 

 

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