Riscoprire la storia del partito-perno della Prima Repubblica nelle zone più periferiche della Basilicata, non è affatto solo un’operazione-nostalgia. E’, invece, un modo per ricordare l’opera di donne e uomini che, con sacrificio e passione, seppero costruire un vero “partito riformatore” – si pensi alle riforme agraria e sanitaria, al “piano casa”, al processo di industrializzazione – ma, innanzitutto, un partito di “popolo vero”, con dei valori e dei principi da portare avanti in una causa e in progetti comuni. L’organizzazione della Dc era capillare sul territorio. Grazie al lavoro volontario di tanti arrivava ovunque, fin nei più piccoli borghi. E’ il caso di Colobraro.
La DC di Colobraro fu fondata da Vincenzo De Cimma che, nel 1948, capeggiò la lista democristiana nelle prime Elezioni Amministrative, che furono vinte dal suo diretto avversario, il Socialista Nicola Virgilio.
De Cimma – che nel 1952, in rappresentanza della Democrazia Cristiana ricoprì l’incarico di deputato provinciale – ebbe la sua rivalsa nel 1956, diventando il primo Sindaco democristiano di Colobraro. Sconfitto per pochi voti nella consultazione del 1960, tornò sulla poltrona di primo cittadino nel 1964. In quel Consiglio ebbe come vice sindaco Michele Crispino e come assessore Vito Gulfo.
Vincenzo De Cimma è stato l’unico Sindaco democristiano di Colobraro. Le sue consiliature si caratterizzarono per un intenso e fattivo lavoro, per migliorare le infrastrutture: la viabilità, le reti idriche e fognanti, il decoro urbano. Tra le opere che rimangono: la demolizione e ricostruzione della Chiesa della Santissima Annunziata.



Colobraro non ebbe un altro sindaco democristiano a causa delle divisioni interne, che indussero esponenti della Dc a candidarsi in liste diverse. Questo favorì il ritorno dei Socialisti con la vittoria di Alfredo Castelluccio, apprezzato e stimato ragioniere, che rimase a capo dell’amministrazione comunale per 25 anni. Quello fu per Colobraro un periodo di crescita economica e sociale, che coincise con la realizzazione di importanti opere pubbliche nell’area: la Diga di Montecotugno a Senise; la Canna del Sinni; la strada di Fondovalle del “Sinni”. Arrivò anche l’industrializzazione, con l’insediamento “Anic” a Pisticci. Per quelle zone ci fu lavoro, occupazione, sviluppo.


In quegli anni, lo scontro e la dialettica politica tra i democristiani e i socialisti del sindaco Castelluccio furono continui, vivaci, a volte duri. Fratello del sindaco socialista era Don Peppino Castelluccio storico parroco di Episcopia animato da una grande passione politica.Don Peppino,morto il 1 febbraio 2022 riposa nel cimitero di Colobraro,ha fatto parte di quella generazione di sacerdoti che ha inteso la sua missione anche come testimonianza dei valori cattolici nella società civile e nella politica da convinto democristiano.
Il popolo di Colobraro rimase comunque sempre democristiano. Ne sono prova le percentuali altissime ottenute dal partito – fino al 70% – nelle Elezioni Politiche e Regionali. Tra i più votati, oltre al leader lucano Emilio Colombo – stimato ed apprezzato, sempre accolto da un’enorme folla nelle sue tante visite – l’on Michele Tantalo, il sen Saverio D’Amelio, il Presidente della Regione Nino Michetti, l’on. Vincenzo Viti.
La Sezione locale della Dc raggiunse, nella sua storia, anche 600 iscritti. Primo segretario fu Vincenzo De Cimma, dal 1948 al 1958; in seguito, Felice Arbìa, Rocco Mango, Felice D’Oronzio, Pasquale Ciancio, Rocco Modarelli, Antonio D’Oronzio. L’ultimo segretario, agli inizi degli anni ’90 e fino allo scioglimento del Partito, fu Giuseppe Bernardo, detto Pino.


Negli anni ’70, furono alcuni esponenti della Dc a promuovere la nascita della “Cassa Rurale ed Artigiana di Colobraro”. Fondata il 2 giugno 1974, fu un’istituzione importantissima per il sostegno alle imprese agricole e artigiane e anche un forte propulsore di iniziative sociali e culturali. Primo presidente, e poi direttore generale, fu Vito Gulfo; gli successero Michele Crispino e Pasquale Ruggiero. Nel 1979 mutò la denominazione di “Cassa Rurale e Artigiana di Colobraro e Valsinni”; nel 2009 venne incorporata nella “BCC Lucania Sud”. La Banca locale diede un contributo decisivo allo sviluppo dell’economia del paese, alla creazione di nuove professionalità, alla crescita del benessere. La storia della Dc di Colobraro e di ciò che ha significato per le popolazioni dei quell’area è solo un esempio di come iscritti, dirigenti e amministratori democristiani abbiano lavorato e si siano impegnati con grande tenacia, per far crescere le nostre piccole comunità delle aree interne. Pagine di storia locale che non vanno dimenticate.
Giuseppe Molinari