Gigi Scaglione scrive ad Anci ed ai Comuni lucani: Facciamo sentire la voce sul decreto Cittadinanza

“Appare necessario ed opportuno che l’Anci di Basilicata, alla pari di quelle di altre regioni che lo stanno già facendo ed i singoli Comuni (Sicilia e Calabria su tutte), facciano sentire la loro voce, le loro testimonianze ed i benefici ottenuti con l’arrivo di italo discendenti che hanno riattivato l’economia di queste realtà da tempo deserte”.
E’ questo l’invito rivolto con una nota ufficiale al Presidente dell’ANCI di Basilicata, Gerardo Larocca ed ai Sindaci dei Comuni lucani, da Luigi Scaglione Presidente della C.I.M. (Confederazione Italiani nel Mondo di Basilicata) e del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo.
“Un netto NO al Decreto Legge Taiani sullo stop al riconoscimento della Cittadinanza italiana con modalità che sembrano avviare un processo di disconoscenza del fenomeno della diaspora, per porre un freno a chi per coprire le proprie incapacità adotta simili provvedimenti”.
La valutazione sensata e realistica è che se, come da più parti, a ragione, si richiede, se si vuole riformare una legge che riguarda gli italiani all’estero, è bene prima ascoltare le loro rappresentanze istituzionali e associative in modo che la riflessione e la discussione siano pubbliche, trasparenti e aiutino a riconnetterci – tutti – con la nostra storia, o meglio, a fare i conti con la storia e con un presente di un paese che proprio dall’emigrazione è stato segnato e in larga parte conformato.
“Una linea ribadita al Congresso della CIM – ha aggiunto Scaglione – e in uno con lo smantellamento del sistema organizzato come sta accadendo in Basilicata e con modifiche sostanziali in altre regioni italiane, sembra rispondere ad un disegno precostituito di rotture dei legami a dispetto delle vicende che riguardano le regioni italiane con lo spopolamento, la denatalità e le dichiarazioni di disponibilità ad accogliere i lucani e gli italiani di ritorno.
Difendere i diritti acquisiti e riconoscere il senso di appartenenza a questo Paese fatto di solidarietà ed accoglienza che non può essere cancellato con un Decreto Legge.
Derubare di un diritto storico addirittura bloccando processi avviati già da alcuni anni e pendenti nei Consolati o nei Comuni italiani continua ad avere il sapore della beffa soprattutto nei confronti di quelle piccole realtà, come quelle lucane, che dell’ospitalità e dell’accoglienza ma anche del sollecito dei rientri se pur in tempi limitati, hanno fatto la loro battaglia di principio offrendo anche opportunità di rinascita dei piccoli borghi.
Anche l’adesione formale alla manifestazione promossa da italo discendenti del Sudamerica del prossimo 3 Maggio a Roma, – ha concluso Scaglione – potrà essere utile a riprendere il confronto e guardare all’intera materia del riconoscimento della cittadinanza (che interessa ovviamente anche le questioni legate allo “Ius soli” ed allo “Ius scholae”)”.@inprimopiano

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