Maratea, Elena Schettini: “Viabilità è tema irrinunciabile”

di PIETRO DI LASCIO

Il giorno 27 ottobre ore 10.30 i cittadini di Maratea scenderanno in piazza con lo
slogan “MO Basta!” Facciamo sentire la nostra Voce, occupiamoci della nosta Maratea! I cittadini Chiedono la riapertura della SS18, coinvolta lo scorso 30 novembre 2022 dalla frana. Ho avuto il piacere di
chiacchierare con una delle organizzatrici della manifestazione.

Si presenti ai lettori che la leggono.
Sono Elena Schettini cittadina di Maratea e referente insieme ad altri cittadini, della
manifestazione di protesta organizzata per venerdì 27 ottobre.

Quali sono i motivi della manifestazione e cosa chiedete alle Istituzioni?
Chiediamo chiarezza sulla chiusura del tratto di strada ripristinato a Castrocucco
e aperto solo per 70 giorni. Chiediamo chiarezza e informazioni sulla
progettazione della galleria che dovrebbe bypassare il tratto stradale sotto il
costone roccioso. Chiediamo chiarimenti sull’avanzamento dei lavori di messa in
sicurezza con la realizzazione delle gallerie sul versante Nord della SS18 ad
Acquafredda, considerato che la fine dei lavori era previsto in tre anni e già ne
sono passati due. Chiediamo l’immediato ripristino dei luoghi
a Castrocucco e Marina ancora invasi dai detriti dell’alluvione nonostante la Regione Basilicata                                                 abbia  stanziato a luglio scorso 500.000,00 euro a beneficio del comune di Maratea per gli interventi di
somma urgenza. Ad oggi non sappiamo perché questi soldi non sono stati impegnati per
il ripristino dei luoghi dai danni dell’alluvione.

L’Anas con ordinanza disposta a luglio scorso aveva annunciato la chiusura per
l’intero mese di ottobre.
L’Anas svolge i compiti di propria competenza rapportandosi con le istituzioni regionali e nazionali. A noi
non è chiara la motivazione dell’ ordinanza di chiusura proprio il 30 settembre tra
l’altro non procrastinabile. Così come non è chiaro perché il tempo di apertura della
strada è stato fissato fino alle ore 23.00.
Come cittadini abbiamo subito sollevato la questione evidenziando il danno economico
di tali chiusure ed abbiamo richiesto, tramite i comitati e gli operatori
turistici, l’apertura della strada fin dopo la mezzanotte e per tutto il mese di
ottobre.
Non siamo stati ascoltati né ci sono state date informazioni in merito. L’assessore Merra e il Sindaco Stoppelli
che in questa vicenda è anche Commissario per l’intervento di protezione civile,
hanno annunciato dopo vari incontri al Ministero dei Trasporti che si procede
secondo cronoprogramma.

Secondo Lei non hanno mantenuto le promesse?
Loro parlano di cronoprogramma, di progettazione, di gallerie di incontri, di accordi ma nel dettaglio non spiegano
nulla. E di fatto non sappiamo a che punto è veramente la progettazione, quali e quanti finanziamenti occorrono e i tempi reali per la risoluzione definitiva della problematica. A distanza di un anno dalla frana e nonostante la dichiarazione dello
stato di emergenza per la città di Maratea siamo ancora nelle condizioni di isolamento come al momento della frana, come chiusi in un limbo senza sapere cosa succederà.

In questi giorni è tornata la pioggia e la frana si è rifatta “Sentire” Non è pericoloso aprire la viabilità?Vogliamo appunto sapere dalle istituzioni se questo tratto di strada ripristinato e
con un aggiornato impianto di monitoraggio è percorribile in determinate condizioni
meteorologiche e quali prospettive abbiamo sulla possibilità di una nuova apertura.

In conclusione, vuole fare un appello ai cittadini di Maratea?                                                                               Grazie ai miei concittadini posso solo dire che dobbiamo pretendere che i nostri diritti vengano rispettati. Finora la maggior parte di noi si è fidata e affidata all’ Istituzione comunale sperando in una soluzione delle problematiche ma vediamo invece un disastro su ogni settore. Abbiamo problemi strutturali con le scuole, con le
strade rovinate, non abbiamo distributori di carburante, finanziamenti fermi,
finanziamenti persi, l’edilizia ferma. È tutto un disastro.Basta rassegnazione, come
comunità dobbiamo tenere le redini della nostra Città.

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